Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



domenica 3 novembre 2013

Chickenpox notes





Antonio Palamàs sognò che, secondo un trattato medievale, il migliore tra i remedia amoris consisteva nel commettere un crimine particolarmente infamante, affinché la cura per l'orgoglio devastato scacciasse l'assillo erotico dal cuore. A quel punto evocava l'autore (era quasi certo si trattasse di Guillaume de Lorris) e gli obiettava: “Nessuno conosce davvero il punto debole del suo amor proprio. Solo un padre spirituale lo potrebbe, ma appunto un padre spirituale non darebbe mai una consegna simile”. Il poeta sorrise dolcemente e, incrociando le mani dietro la nuca, disse con orribile serenità: “Ho scritto che è il migliore, amico mio, non che è possibile”.

Secondo i massimi studiosi di letteratura sanscrita classica, il Kāmasūtra, il sontuoso trattato che rende ingannevolmente palpabile l'impalpabile Desiderio, seguirebbe da vicino la struttura e le idee dell'Arthashastra, il terribile trattato che rende – onestamente e tortuosamente – impalpabile l'arte del governo. Così i due fini “minori” dell'esistenza sono l'uno lo specchio dell'altro: anzi, sono un solo riflesso, una sola penombra, un solo batter di ciglia. D'altronde, è sempre di Malkuth che si parla – anzi, noi siamo parlati da lei, che è la Bocca del corpo divino.

La casa è prigione e letamaio, insegna un sutra monastico buddhista. Nessun problema, tanto nessuno ne avrà più una. Saremo tutti monaci in pectore, e tali resteremo: e ai più il petto si stringerà in una folgorata angoscia.

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