Salvo ove altrimenti indicato, questo blog contiene testi originali di Adriano Ercolani e Daniele Capuano



domenica 3 novembre 2013

Fantasia sulle diagnosi psicologiche in età pediatrica





Immaginiamo che una fata dica al giovanissimo eroe di una fiaba: “Evidentemente sei stato colpito dall’incantesimo Biribix. Sì, certo, non sai cos’è: te lo spiegherò a tempo debito. Per dirti il vero sin d’ora, nessun orco ne ha colpa, e nemmeno tu: però potresti accumularne un po’, se non facessi nulla per liberartene. Presto i tuoi genitori andranno in uno squallido antro e ne usciranno con una pergamena sulla quale è scritto che sei vittima dell’incantesimo Biribix e, in quanto tale, soggetto alla procedura Biribix. Mi segui, Biribix 13209?”. Se una fata si esprimesse così, sarebbe legittimo chiedersi: è dalla parte del piccolo san Giorgio, o piuttosto del drago, dell’orco e della strega? Oppure, più probabilmente, ha una gran paura dell’orco e della strega, e dunque mette in campo solo strumenti innocui – per l’orco e per la strega, non per il ragazzo incantato, a quanto pare? Oppure, ancor più verisimilmente – ma quanto più orribilmente – l’intero paese delle fate è stregato, e il nostro tenero cavaliere dovrà attendere ancora molti inverni prima di incontrare, tra due frasche profonde, sotto un sasso appena incastrato in un sentiero, sul bordo di una fontana chiara e misericordiosa, l’unico essere spirituale che non sia stato pietrificato, l’unico amico impensato in un mondo di nemici dal sorriso agghiacciante?

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